Dal sedicesimo giorno di clausura, senza intravederne la fine.
Ringrazio tutti coloro che si sono interessati alla mia condizione, talvolta con sincera preoccupazione, talaltra per mera curiosità o semplice bisogno di sentirsi protagonisti in un momento di improbabile altruismo.
Detto ciò, sto bene e nonostante la “a dir poco” innaturale affezione che il sonno nutre nei miei confronti, posso umilmente affermare di essermi lasciato alle spalle i sintomi virali che nei primi 10 giorni di degenza casalinga mi hanno consentito grama tregua: dalla febbre all’emicrania, dalla nausea alla rinnovata febbre, dall’intestino con smanie di protagonismo alla conclusione in bellezza con un forte mal di reni fortuitamente ammaestrato dagli antidolorifici, non ultimo l’odierno revival di tosse. Quel che mi resta oggi è quella vena di malinconia solitudinaria che ti fa piangere guardando un film di Steven Seagal o in alternativa contemplando le patate arrosto sfornate di fresco, ancora avvolte nella nebbia di salvia e rosmarino, addolcita dal respiro autunnale di uno scalogno lasciato appassire nella sua bruna camicia, osservando il tutto quasi fosse uno spreco, in quanto impossibilitati a condividerne la sincera bellezza come fareste altresì con la persona che amate portandola a conoscere i vostri genitori. Yeah baby, this is covid blues. Il referto dell’ultimo tampone che avrebbe potuto scagionarmi riportava la seguente realtà: 1- 0 per il covid, AKA devi spararti altri dieci giorni di lebbra, poi se ne riparla.
In tutto ciò devo ammettere di essermi già ampiamente rotto il pene di stare in casa quindi scrivo cazzate travestite da pensieri, nel maldestro tentativo di ingannare il tempo di cui non vorrei disporre in così larga misura. Spero la vita non voglia mai favorirmi la possibilità di rimpiangere questi giorni. Nel frattempo mi lamenterò per noia, sapendomi in verità fortunato in tutto tranne che in gioco e in amore, perfettamente conscio del fatto che non saranno certo questi blandi patimenti ad erigermi tra i santi dell’era moderna ma qualora ciò dovesse accadere vorrei fosse messo agli atti dell’inquisitoria che tra i super santi poteri desidererei avere le stigmate, in modo da potervi applicare un più pratico tampone manuale, tra dieci giorni, certamente meno invasivo dell’ennesimo sturacaccolenasale.
Ps. Ringrazio coloro che mi stanno portando la spesa o che si sono prodigati per farmi avere delle medicine. Non sento di doverli nominare poiché gli amici veri non chiedono medaglie e sanno di poter contare altrettanto su di me, sempre.
Pps. Foto courtesy of padre ketchup.
Ppps. Qualcuno ha della punteggiatura da prestarmi?
Pppps. Asintomatico tua sorella.
5 risposte
Hahaha mi hai fatto ridere… Anche se non ne avevo voglia!
Grazie x
Tambo mi fai morire! Adora la tua ironia, ma capisco che è stata maiala. Forza, baci e abbracci. Barbara
Hoioi Stefano….sei troppo esilarante….mi diverto sempre tanto a leggere quel che scrivi.Contentissima di sapere che la tua mente rimane lucida e spiritosa nonostante il Covid ti abbia adottato.Spero davvero che questo virus se ne vada al più presto dal tuo corpo.😘😘
Stefano, sei un artista! 😘
Sei un grande maestro! SuperCastrone!..😉